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IlSignoreDelleCarte
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Le Routine

Messaggio da IlSignoreDelleCarte »

Salve fratelli,
come sapete io sono uno studente di magia da anni e ho iniziato da prima con la cartomagia, e da un po' di tempo sto allargando il mio interesse in altri " campi". Moltiplico le palline, faccio sparire foulard, faccio passare le monete invisibilmente ecc. Il repertorio non mi manca...e sto dedicando il mio tempo alla creazione di un personaggio e allo studio della presentazione magica. Sappiamo che il significato rafforza e da un senso all'illusione...ciò che diciamo deve e avere un senso, senza presentazione il pubblico assiste a un trucco ( sfida) e non a una magia. Quando un mago dispone di un buon repertorio ( nel mio caso è prevalentemente micromagia) sappiamo che deve affidarsi alla regola " parti con l'effetto meno impegnativo per finire con qualcosa di grande", ma la spettacolarità deriva da come viene presentato un numero...io posso fare un numero da principiante e presentarlo talmente bene da farlo diventare un miracolo. Nell'organizzare uno spettacolo l'illusionista non deve quindi affidarsi tanto alla spettacolarità "visiva del numero" cioè all'effetto puramente manuale che il numero produce in se ( anche perché se mi affido a questo criterio di giudizio, un numero che per me può essere bello può essere meno bello per il pubblico)...ma ciò che viene detto nella presentazione. Se entriamo in questa logica non esistono numeri di seria A e numeri di serie B....esistono solo buone presentazioni e pessime presentazioni. Sbaglio a vedere le cose in questo modo?
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Frankie
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Re: Le Routine

Messaggio da Frankie »

IlSignoreDelleCarte ha scritto:Salve fratelli,
come sapete io sono uno studente di magia da anni e ho iniziato da prima con la cartomagia, e da un po' di tempo sto allargando il mio interesse in altri " campi". Moltiplico le palline, faccio sparire foulard, faccio passare le monete invisibilmente ecc. Il repertorio non mi manca...e sto dedicando il mio tempo alla creazione di un personaggio e allo studio della presentazione magica. Sappiamo che il significato rafforza e da un senso all'illusione...ciò che diciamo deve e avere un senso, senza presentazione il pubblico assiste a un trucco ( sfida) e non a una magia. Quando un mago dispone di un buon repertorio ( nel mio caso è prevalentemente micromagia) sappiamo che deve affidarsi alla regola " parti con l'effetto meno impegnativo per finire con qualcosa di grande", ma la spettacolarità deriva da come viene presentato un numero...io posso fare un numero da principiante e presentarlo talmente bene da farlo diventare un miracolo. Nell'organizzare uno spettacolo l'illusionista non deve quindi affidarsi tanto alla spettacolarità "visiva del numero" cioè all'effetto puramente manuale che il numero produce in se ( anche perché se mi affido a questo criterio di giudizio, un numero che per me può essere bello può essere meno bello per il pubblico)...ma ciò che viene detto nella presentazione. Se entriamo in questa logica non esistono numeri di seria A e numeri di serie B....esistono solo buone presentazioni e pessime presentazioni. Sbaglio a vedere le cose in questo modo?
Sicuramente hai ragione il problema è come scrivere la corretta presentazione e esporla adeguatamente. perché spesso e volentieri, almeno nel mio caso, il pubblico/spettatore non ascolta nemmeno le parole poiché troppo intento a osservare ogni minima mossa che le mani compiono :thumbsup:
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simo68
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Re: Le Routine

Messaggio da simo68 »

IlSignoreDelleCarte ha scritto:...esistono solo buone presentazioni e pessime presentazioni. Sbaglio a vedere le cose in questo modo?
Naturalmente non sbagli , a costo di ripetermi fino alla noia ,il Grande Aldo Colombini proponeva moltissimi giochi semplici ma con una presentazione sublime.
Tornando indietro nel tempo quando frequentavo il MMS di Milano , Carlo Faggi mi disse che un suo conoscente Prestigiatore ,mi sembra professionista...utilizzava i giochi dell'enciclopedia " Stupire " (ossia il gioco in se stesso conta un bel nient! ); e qui si ritorna al discorso che la presentazione è il 90% dell'effetto.....
Io purtroppo l'ho capito realmente tardissimo...ero troppo interessato alle tecniche manipolatorie di carte e palline da scena, gongolandomi vedendomi allo specchio e nei videotape..... il più grande errore magico della mia vita... , infatti se poi dovevo esibirmi a tu per tu ,i miei effetti erano piuttosto castrati da una penosa presentazione :(
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Re: Le Routine

Messaggio da IlSignoreDelleCarte »

simo68 ha scritto:
IlSignoreDelleCarte ha scritto:...esistono solo buone presentazioni e pessime presentazioni. Sbaglio a vedere le cose in questo modo?
Naturalmente non sbagli , a costo di ripetermi fino alla noia ,il Grande Aldo Colombini proponeva moltissimi giochi semplici ma con una presentazione sublime.
Tornando indietro nel tempo quando frequentavo il MMS di Milano , Carlo Faggi mi disse che un suo conoscente Prestigiatore ,mi sembra professionista...utilizzava i giochi dell'enciclopedia " Stupire " (ossia il gioco in se stesso conta un bel nient! ); e qui si ritorna al discorso che la presentazione è il 90% dell'effetto.....
Io purtroppo l'ho capito realmente tardissimo...ero troppo interessato alle tecniche manipolatorie di carte e palline da scena, gongolandomi vedendomi allo specchio e nei videotape..... il più grande errore magico della mia vita... , infatti se poi dovevo esibirmi a tu per tu ,i miei effetti erano piuttosto castrati da una penosa presentazione :(
Sai purtroppo è lo stesso errore che ho fatto io in passato, ma la buona notizia è che si può sempre migliorare. Io mi accorsi che qualcosa non andava quando una sera mi trovai davanti a 15 persone con un mazzo di carte...la mia manualità mi aiutò ma sentivo una certa ansia, una certa diffidenza del pubblico che poi diventò un " sei bravo, carino" nulla di più, lì capìì che ero come un piccolo cuoco che aveva cucinato un piatto all'apparenza bello ma privo di sapore. Adesso mi concentrerò su scrivere delle routine che abbiano un senso con l'effetto che vado a presentare e che diano vita all'illusione.
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Alpha
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Re: Le Routine

Messaggio da Alpha »

Mi trovo assolutamente d'accordo, la presentazione è tutto un gioco senza quest'ultima è solo un giochino, può essere anche molto complicato tecnicamente ma non c'è emozione.
Come dice Frankie è difficile spesso trovare una presentazione che prenda gli spettatori ma è un cane che si morde la coda, la presentazione serve per creare l'atmosfera e far capire al pubblico che non sei li per fregarli ma per divertirli.
Se mentre si presenta un gioco gli altri non stanno attenti allora non vogliono assistere ad una Magia ma solo ad un trucchetto, in tal caso io non mi ci metto neanche, sarebbe come leggere un libro in qua e in la senza immergersi nell'atmosfera e lamentarsi perchè non vi è abbastanza azione. La Magia ha i propri tempi e vanno rispettati.

Piccolo consiglio (basato sulle mie esperienze) studiate due o tre presentazioni differenti per uno stesso effetto, dipende sempre dalla situazione e da chi ti trovi davanti ma avere maggior scelta vi renderà anche più sicuri.
Toglietemi la magia
e sarà come privarmi delle emozioni.

Giulia Monti Ercolani
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Re: Le Routine

Messaggio da IlSignoreDelleCarte »

Alpha ha scritto:Mi trovo assolutamente d'accordo, la presentazione è tutto un gioco senza quest'ultima è solo un giochino, può essere anche molto complicato tecnicamente ma non c'è emozione.
Come dice Frankie è difficile spesso trovare una presentazione che prenda gli spettatori ma è un cane che si morde la coda, la presentazione serve per creare l'atmosfera e far capire al pubblico che non sei li per fregarli ma per divertirli.
Se mentre si presenta un gioco gli altri non stanno attenti allora non vogliono assistere ad una Magia ma solo ad un trucchetto, in tal caso io non mi ci metto neanche, sarebbe come leggere un libro in qua e in la senza immergersi nell'atmosfera e lamentarsi perchè non vi è abbastanza azione. La Magia ha i propri tempi e vanno rispettati.

Piccolo consiglio (basato sulle mie esperienze) studiate due o tre presentazioni differenti per uno stesso effetto, dipende sempre dalla situazione e da chi ti trovi davanti ma avere maggior scelta vi renderà anche più sicuri.
Grazie Alpha mi sarà sicuramente utile il tuo consiglio :)
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malcolmx82
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Re: Le Routine

Messaggio da malcolmx82 »

d'accordissimo con te...
anche io quando si apre questto genere di discussioni tiro sempre in ballo Aldo Colombini..negli effetti che usa ci saranno si e no tre tecniche e la maggior parte delle volte sono tecniche da "i primi due card college" per intenderci :D
l'altro esempio che tiro in ballo è il mitico Juan Tamariz...attenzione, non sto dicendo che non sia tecnicamente eccelso..quello che voglio dire è questo: prova a guardare l'effetto "los asaltantes". A me piace tantissimo perchè l'effetto è messo inscena raccontando una storia..alla fine è un effetto di ritrovamento dei 4 assi in maniera magica ma in tutto l'effetto vengono usate due tecniche cosiddette base..e basta! il resto è tutta presentazione!!! prova a pensare quanto possa diventare povero quell'effetto senza tutta l'architettura di presentazione.

l'altra cosa che mi dico sempre, e che ho imparato col tempo, è che lo spettatore non sa come stiamo facendo quello che stiamo facendo (scusa il giro di parole) e quindi, giusto per estremizzare, per lo spettatore che noi facciamo la carta ambiziosa usando un mazzo di soli assi (ovviamente senza che lo sappia) o farlo con un mazzo normale è indifferente!!! quello che vedrà è una carta scelta che continua a salire in cima al mazzo, punto!

è poi per questo motivo, cioè che penso che la presentazione valga il 90% della buona riuscita di un effetto che, per non dimenticarlo consiste nell'intrattenimento giogioso degli spettatori e non la goduria per aver fregato il pubblico (questo va bene solo se ci si esibisce per dei maghi oppure se si vogliono fregare i soldi col gioco delle tre carte :D )..dicevo che è per questo motivo che non amo tutte quelle dimostrazioni di giocoleria con le carte che sembrano andare di moda tra gli youtuber..tagli acrobatici ventagli a destra e a manca portano solo lo spettatore a dirsi "beh ok..le cose che accadono durante l'effetto sono dovute a questa sua abilità con le mani"..cioè..gli si sta già dicendo in anticipo "stai bene attento a tutto quello che faccio!" che è esattamente l'opposto del tipo di relazione che vogliamo stabilire con lo spettatore.

finora gli effetti che ho testato avere maggiore effetto sul "pubblico" sono tutti effetti che usano la carta chiave (quindi quasi automatici se vogliamo chiamarli così) e pochissime altre tecniche che sono decisamente base.

tutto il resto è puro onanismo magico!
Magic is unique: the better you get, the less people can see how good you are.

Marco Marzano (che non è l'autore della citazione ma è la mia vera identità :) )
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JAQK
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Re: Le Routine

Messaggio da JAQK »

Rispondo anche io tra un torroncino ed una cri-cri, sono pensieri non collegati tra loro, ma tutte cose che mi sono venute in mente leggendo questo thread.

C'e' molta differenza, tenetelo a mente, tra quello che piace al pubblico "babbano" e gli addetti ai lavori. Tamariz, per esempio, con il pubblico fa giochi molto semplici, mentre per i prestigiatori fa veramente dei miracoli!!!

Il prestigiatore e' un intrattenitore, lo scopo e' intrattenere, possibilmente trasmettendo emozioni. Da qualche parte avevo letto che Dolly Parton (gasp!) diceva che un buon spettacolo deve divertire, intristire, far pensare, etc... Un gioco legato ad una emozione e' sicuramente più forte.

Attenzione al "personaggio", non deve essere troppo diverso da quello che siete voi, o sembra troppo falso, io penso sempre a gente come Daryl, Bill Malone, Colombini, etc... loro sono dei "personaggi"! Pero' e' difficile fare i loro giochi perche' funzionano ottimamente sulla loro persona...

Concordo che il 90% e' presentazione, il 10% tecnica... ma quel 10% deve essere fatto alla perfezione! Cercate tecniche diverse, più semplici e meno prone all'errore. Lawrence Haas dice di evitare le tecniche che usano tutti, guardate si youtube e depennate i giochi che fanno tutti e le tecniche che fanno tutti. Se chiamate un gioco "carta ambiziosa", il pubblico ci mette 2 secondi su google a scoprire cosa fate, così come la doppia presa e' davvero inflazionata se non usata a dovere...

Quello che serve tanto per migliorare sono le famose "ore di volo", la pratica davanti ad un pubblico....

L'ultima! Quando costruite una routine il primo effetto molto visuale per attirare l'attenzione, il secondo più discorsivo, il terzo che sia chiaro che oltre non potete andare! per esempio, quando posso chiudo con uno scambio di mazzo ed alla fine rivelo il mazzo con le carte bianche, ciò sottolinea il fatto che oltre non posso andare.

Per il resto fate i bravi e buon anno!
Andrea Clemente Pancotti
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MagoSantoch
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Re: Le Routine

Messaggio da MagoSantoch »

Anche io sono d'accordo sulla necessità di curare in particolar modo la struttura di significato dell'effetto.
Quando si affronta questo argomento, però, data la sua complessità, temo che gli elementi di un effetto potrebbero essere ridotti al dualismo presentazione-tecnica.
Con tecnica mi riferisco a ciò che viene fatto con le mani o ai principi utilizzati per rendere possibile l'effetto. Con presentazione, invece, intendo ciò che viene comunicato (verbalmente e non) dal performer sull'effetto.

Per me è importante ricordarsi di non trascurare la struttura dell'effetto, cioè la sequenza degli eventi e la loro collocazione nel contesto dell'effetto. Questo perché se c'è solo tecnica, come avete scritto, un effetto magico non è altro che un puzzle, un indovinello. Con una presentazione si aggiunge colore al tutto rendendo la frustrazione per l'enigma irrisolvibile un'esperienza emozionale significativa. La struttura per me offre a tutto questo un ordine e una sequenzialità che rinforzano sia l'effetto (rendendolo semplice e lineare) che la presentazione (evitando distrazioni o "note stonate")

Per fare un esempio potrei paragonare il copione di un film alla tecnica, l'unità di base. Il lavoro dell'attore, che interpreta dando un significato, e la colonna sonora sono la "presentazione" che rende vivo il copione. La struttura potrebbe essere il montaggio: in che ordine metto le scene? Quando, come e perché passo da una all'altra?
Il prodotto finale potrebbe perdere molto del suo potenziale per un montaggio poco curato.

Così mi è venuto in mente anche Aaron Fisher che aggiunge a questi tre concetti anche quello di misdirection o, per riprendere Tommy Wonder, di direzione dell'attenzione. Nella nostra metafora cinematografica potremmo paragonare la direzione dell'attenzione alle inquadrature. Cosa mettiamo in primo piano? Come lo inquadriamo?

E comunque questi elementi, come i colori nello spettro di luce, dovrebbero diventare un tutt'uno per rendere valido il prodotto finale...
"Le cose: non le vediam per come sono, ma per come siamo;
quel che appare al nostro sguardo vien da quel che stiam cercando." da John Lubbok

Alessio "Santoch" Santini
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Re: Le Routine

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