Vuoi dedicarti anima e corpo all' arte magica? Questo potrebbe essere il posto giusto per te!
Bloccato
Avatar utente
MagoSantoch
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 1014
Iscritto il: dom giu 21, 2009 2:49 pm
Località: Senigallia, Marche.
Contatta:

Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da MagoSantoch »

Su Masters of Magic Francesco Tesei ha pubblicato una serie di video intitolati Mind Pills in cui parla di mentalismo, della selezione e della riproposizione degli effetti, del personaggio e di altre cose.
Credo che possano tornarvi utili.

Ho trascritto anche tutto ciò che viene detto se lo preferite in versione scritta (o se magari un giorno venissero cancellati i video).

Puntata 1
(Ve le caricherò tutte mano a mano)

http://www.mastersofmagic.tv/videos/7/mind-pills-01

Mariano Tomatis:
Immaginate un giocoliere in grado di compiere incredibili acrobazie non con le classiche palline, ma con i vostri pensieri. Questa è l’idea di giocoliere della mente di Francesco Tesei, a mio parere, oggi, il miglior mentalista d’Italia. Gioco dopo gioco riesce a costruire una suggestione talmente forte da mettere in dubbio ciò che noi riteniamo possibile o impossibile fare con la nostra mente. Allo stesso tempo Francesco ci fa intuire quanto ciascuno di noi possa essere influenzabile attraverso un uso accorto di tecniche di comunicazione subliminale. Mind Juggler è uno spettacolo che esplora la magia della mente in un modo brillante ed ironico. In fondo esiste qualcosa di più affascinante della mente umana?
Francesco Tesei:
Sono Francesco Tesei, benvenuti a Mind Pills quello che vuole essere lo spazio dedicato al mentalismo e alla magia mentale all’interno della Web TV di Masters of Magic.
Ora, prima di tutto, vorrei che questo nostro spazio fosse interattivo; d’altra parte ci stiamo muovendo attraverso internet che è un mondo assolutamente interattivo e quindi io sono aperto alle vostre domande, alle vostre opinioni, alle vostre provocazioni e anche alle vostre critiche. Per aprire questo canale fornisco subito la mia casella di posta che è francesco.tesei@mastersofmagic.it .
Ho deciso di chiamare questo nostro piccolo angolo Mind Pills, cioè pillole mentali; perché? Perché vorrei che fossero veramente delle piccole pillole zen, se volete, che vi possano aiutare in qualche modo a riflettere su alcuni aspetti della magia mentale, del mentalismo, ma ancora più in generale di quella che è una performance che noi, in quanto performer, andiamo a fare davanti ad un pubblico.
In effetti quello che andremo a discutere potrà essere utile non solo ai mentalisti, ma anche ai maghi che si esibiscono nel close-up o anche in grandi illusioni per esempio, perché vedrete che alcuni concetti possono essere traslati in generale proprio per quanto riguarda il mondo preso in toto della performance, il mondo teatrale, il mondo dello spettacolo e delle esibizioni.
Perciò vi aspetto settimana dopo settimana qui, su Masters of Magic con Mind Pills. Io sono Francesco Tesei, aspetto le vostre e-mail. A presto.

Puntata 2

http://www.mastersofmagic.tv/videos/8/mind-pills-02

Francesco Tesei:
Oggi parliamo di darsi degli obbiettivi. Già solo il fatto di porsi un obbiettivo ci aiuta a definire chi siamo, che cosa facciamo e soprattutto che cosa vogliamo. Vi consiglio di prendere carta e penna e di scrivere quelli che sono i vostri obbiettivi personali per quanto riguarda la sfera della magia. Solo il fatto di scriverli vedrete che vi aiuterà a chiarirveli anche all’interno della vostra mente. In particolare oggi vi pongo una domanda ed è: a chi si rivolge la vostra magia? Perciò il mio consiglio è quello di scrivervi veramente in un foglio di carta “a chi si rivolge la mia magia?” e di provare a scrivere poi quelle che sono le vostre risposte personali.
Ora io ve ne offro 4 di possibili risposte, c’è un ventaglio molto ampio in realtà di risposte, però queste quattro sono importanti perché sono su una certa strada che mi premere discutere oggi insieme a voi.
La prima risposta che si potrebbe dare è che la vostra magia si rivolge a voi stessi; voi siete magari quel tipo di mago che si esibisce… come posso dire… che prepara un effetto magico in casa, lo prova davanti allo specchio un’infinità di volte e poi dopo quando lo va a fare lo va a fare fondamentalmente per avere un piacere personale. Il problema di questo è che il pubblico che questo mago si troverà di fronte altro non è se non una sorta di specchio nel quale il performer si vuole riflettere. Spesso quindi, questo tipo di mago confonde che cos’è avere un’interazione con il pubblico, infatti a me capita spesso di assistere a delle performance nelle quali c’è un completo e assoluto distacco tra il performer e il suo pubblico. Il performer sembra al chiuso all’interno di una sua bolla, in un suo mondo, all’interno del quale lui parla, chiede domande assolutamente retoriche, non presta attenzione alle risposte che sono date e sembra che stia recitando una poesia che ha imparato a memoria e che prescinde completamente da quello che è il pubblico che ha di fronte.
Perciò il primo avvertimento che vi voglio dare è questo: interagire con il pubblico non vuol dire chiedere al pubblico “mi prendi una carta?”, “mi pensi ad un numero?”, questo non è in una vera interazione con il pubblico. Questo è per il momento, diciamo, è in realtà semplicemente utilizzare il pubblico come cavia per compiere qualche cosa che potrebbe essere molto auto-celebrativo e poco di più. Interagire con il pubblico è ben altro; è veramente avere un testo che stimola riflessioni, emozioni, all’interno della mente dei vostri spettatori.
La seconda risposta che si può dare è “la mia magia si rivolge ai miei amici”. Quindi questo tipo di mago ha bisogno di trovare materiale nuovo in continuazione, perché non cambiando mai il suo pubblico, essendo il suo pubblico formato dalla sua sfera di amici ha bisogno in continuazione di trovare nuovi effetti da proporre. Questo vuol dire muoversi all’interno del mondo della magia in orizzontale, cioè cercare un repertorio vastissimo, provare un gioco poche volte, utilizzarlo una decina, ventina di volte –il tempo di farlo ai proprio amici- poi metterlo nel dimenticatoio e passare a nuovi effetti. Il problema di fare questo è che ovviamente c’è uno studio poco approfondito di ogni singolo effetto. Si può studiare il dettaglio, la newance della performance in maniera veramente limitata facendo questo. Si è più proiettati ad un continuo cambiamento di quello che è il proprio repertorio.
Io preferisco muovermi in tutt’altra direzione, cioè muovermi in maniera verticale. Studiare degli effetti, proporli e riproporli finché non ho sfruttato, compreso, capito quali sono le vere potenzialità insite dentro ad ogni singolo effetto.
La terza risposta che si potrebbe dare alla comanda “a chi si rivolge la mia magia?” è ad un pubblico di maghi. In effetti ci sono tanti prestigiatori, anche cosiddetti professionisti, che si esibiscono il 90% delle volte davanti ad un pubblico di colleghi. Questo tipo di performance ha un linguaggio particolare, perché noi colleghi possiamo apprezzare un performer anche per tutta una serie di capacità tecniche che normalmente risulterebbero invisibili da parte di un pubblico composto da “babbani” come direbbe Walter Rolfo.
Infine, la risposta che sembra la più ovvia è quella che la nostra magia si rivolge ad un pubblico reale e normale, magari anche ad un pubblico pagante. In ogni caso è importante porsi questo tipo di domande, perché anche una risposta come “ad un pubblico” può essere sviluppata: quale tipo di pubblico pagante? Ehhm non so… i bambini, le famiglie, gli intellettuali, i manager di aziende, un pubblico nazionale, un pubblico internazionale, il pubblico delle crociere, per esempio, perché rispondere a questa domanda già ci può aiutare a definire quello che è il nostro repertorio. Se io mi voglio rivolgere ad un pubblico assolutamente internazionale automaticamente saprò che dovrò probabilmente utilizzare e cercare un repertorio di magia visiva, oppure dovrei veramente essere un drago e saper parlare 5 lingue. Quindi cominciate a segnarvi in un foglio di carta quelle che sono le risposte, le vostre risposte, ad una domanda che sembra apparentemente così banale come “ a chi si rivolge la vostra magia?”.
Ci vediamo la prossima settimana.
"Le cose: non le vediam per come sono, ma per come siamo;
quel che appare al nostro sguardo vien da quel che stiam cercando." da John Lubbok

Alessio "Santoch" Santini
Avatar utente
MagoSantoch
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 1014
Iscritto il: dom giu 21, 2009 2:49 pm
Località: Senigallia, Marche.
Contatta:

Re: Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da MagoSantoch »

Puntata 3

http://www.mastersofmagic.tv/videos/9/mind-pills-03

Francesco Tesei:
Bentornati a Mind Pills, pillole di mentalismo e di magia mentale.
Nelle scorse settimane abbiamo parlato di varie domande, di vari obbiettivi: una delle ultime era una domanda molto semplice e cioè “A chi si rivolge la nostra magia?”.
A questo punto è arrivato il momento di porsi un’altra domanda fondamentale e anche banale si direbbe e la domanda è: “Che cos’è la magia?”.
Lo so, suona stupido, ma in realtà è importantissimo fermarsi un attimo, prendere come al solito carta e penna e provare a definire che cos’è per voi la magia, quello che fate mentre vi esibite: come la potreste definire la magia?
Dal mio punto di vista, immaginiamo per esempio, per definire che cosa io intendo per magia, immaginiamo un prestigiatore su un palcoscenico che si sta esibendo e quindi mostra la mano vuota, la chiude, la riapre e sul suo palmo c’è improvvisamente una pallina colorata. Ora abbiamo assistito sicuramente ad un prodigio magico, ad una magia, ma abbiamo veramente visto la magia? In realtà no, quello che abbiamo visto è una mano vuota che si chiudeva per poi riaprirsi e mostrare la pallina. Quindi quello che abbiamo visto è una pallina, non abbiamo visto la magia!
Questo ci fa intuire che in effetti noi vediamo sempre quelli che sono i risultati della magia, le conseguenze della magia, ma la magia in se rimane qualcosa di fondamentalmente invisibile. Questo ci fa capire che in realtà la magia è un processo mentale e la cosa è molto importante, perché che cosa vuol dire? Che la magia è qualche cosa che avviene, in realtà, dentro ai nostri spettatori, la magia è qualcosa di mentale. Perché è importante questo? Perché ci fa arrivare alla conclusione che fare magia significa creare un’esperienza interna alle persone, che si potrebbe tradurre nel creare una sensazione per il nostro pubblico. Questa è l’essenza di fare magia! Tant’è vero che ad esempio Darwin Ortiz scrive che fare magia non è raccontare, ma, appunto, creare una sensazione. E questa frase si riaggancia soprattutto a Gogol che nel 1946 scriveva: “L’attore -riguardo al mondo del teatro naturalmente, ma è un’affermazione che possiamo tranquillamente traslare al mondo della magia, quindi al mondo dei maghi e dei mentalisti in particolar modo- l’attore non deve presentare, ma trasmettere.” Se noi non capiamo la differenza fondamentale tra presentare e trasmettere faremo delle performance che rimarranno sempre piuttosto limitate, cioè saremmo poco di più di un animatore con una scatola di magia in mano. Questa è la differenza; date la scatola di magia in mano ad una persona che ha un pochino di parlantina, che ci sa fare e saprà imbastire un gioco di magia, ma non sarà un vero mago perché non avrà capito che fondamentalmente quello che deve fare un mago è creare una sensazione dentro alla mente e, volendo, al cuore dei nostri spettatori.
Ci vediamo la prossima settimana.

Puntata 4

http://www.mastersofmagic.tv/videos/10/mind-pills-04

Francesco Tesei:
Bentornati all’angolo del mentalismo e della magia mentale di masters of magic. Oggi parliamo di definire il proprio Geist. Che cos’è il Geist? Secondo Ian Harling e Martin Nyrup il geist altro non è se non quello che possiamo definire il nostro personaggio. L’insieme di tutte quelle caratteristiche che vanno a definire chi siamo noi come performer. Vi consiglio vivamente questo libro. Non è stato tradotto in italiano, è un libro in inglese, ma che si legge molto bene; pieno di saggi molto interessanti proprio su questo argomento. Su come avere una performance di mentalismo ottimizzata, in un certo senso. Quindi come definiamo e costruiamo il nostro Geist? Derren Brown sull’argomento dice che è un errore molto frequente quello di adeguare il nostro personaggio agli effetti che noi andiamo a proporre, adeguandolo addirittura di volta in volta agli effetti che andiamo a proporre. Se proponiamo un effetto simpatico allora automaticamente il nostro personaggio diventa un simpaticone, subito dopo se facciamo un effetto di mentalismo drammatico allora il nostro personaggio diventa serioso e drammatico. Derren Brown ritiene questo modus operandi un errore. Dice che in realtà bisognerebbe fare il contrario, cioè adeguare gli effetti al nostro personaggio. Io sono assolutamente d’accordo, però quest’affermazione implica il fatto che noi dobbiamo avere come punto di partenza un personaggio, un geist, già ben delineato e definito in modo da poter poi scegliere il nostro repertorio e adeguare il repertorio a quelle che sono e che noi sappiamo essere le caratteristiche fondamentali del nostro personaggio. Ma se non abbiamo questo personaggio già ben definito cosa possiamo fare? Un escamotage, un piccolo trucco che mi sento di consigliarvi è molto semplice. Provate a partire da un singolo effetto che vi piace, o meglio, nel quale vi sentite voi stessi o nel quale sentite che ci sono le caratteristiche che vi rappresentano come performer. Come posso dire, un effetto che è nelle vostre corde, si potrebbe dire. Ecco, individuatelo e poi cercate di capire quali sono le caratteristiche di questo effetto che vi piacciono e caratterizzano voi stessi come performer. Perché vi piace quell’effetto? O meglio perché mentre fate quell’effetto specifico sentite di avere una performance che si adatta alla vostra pelle? Bene, una volta individuato questo effetto specifico provate appunto ad estrapolare le caratteristiche generali del vostro personaggio. A questo punto avrete queste caratteristiche e potrete cercare all’interno del vostro repertorio di effetti magici altri effetti che rispondono a quelle caratteristiche generali del vostro personaggio questo vuol dire inevitabilmente eliminare e scartare certi effetti che probabilmente vi piace tanto fare, ma che in realtà non vi rappresentano come personaggio e quindi dovete arrendervi all’idea che presentare quell’effetto che non vi rappresenta fa più male che bene, è più deleterio a quello che è il quadro generale del vostro personaggio. Creerebbero confusione nella mente degli spettatori… perciò l’idea è questa: avete isolato un singolo effetto che ha le caratteristiche che rappresentano il vostro personaggio, da quell’effetto avete trovato quali sono le vostre caratteristiche e poi attraverso queste caratteristiche siete andati avanti cercando altri effetti simili. Vedrete che effetto dopo effetto il vostro personaggio sarà sempre più delineato, sempre più cesellato, sempre più preciso dentro di voi, dentro i vostri occhi. Questo è per quanto riguarda un lavoro interiore ed interno che voi dovete fare. Per quel che riguarda la vera performance come si riesce veramente a trasmettere quello che è il proprio personaggio al pubblico? Bene. C’è una regola di Stanislavskij, qualcosa che Stanislavskij ha scritto riguardo al teatro che però è una regola d’oro che anche noi possiamo e dovremmo tenere bene a mente. Stanislavskij scrive: “Regola fondamentale del teatro: Definisci alcuni precisi dettagli che siano caratteristiche tipiche e il pubblico avrà un senso generale del tuo personaggio, grazie alla nostra capacità naturale di completare con l’immaginazione ciò che è suggerito attraverso i dettagli.” Questa è davvero una regola d’oro che anche noi dovremo utilizzare per trasmettere al nostro pubblico chi siamo a livello di personaggio, quindi provate ad inventare e a creare piccole e precise caratteristiche sottoforma di dettagli che aiutino a trasmettere quella che è la sensazione di caratteristiche fondamentali che voi avete ben chiare e presenti nella vostra mente per quanto riguarda il vostro personaggio.
Alla prossima settimana.
"Le cose: non le vediam per come sono, ma per come siamo;
quel che appare al nostro sguardo vien da quel che stiam cercando." da John Lubbok

Alessio "Santoch" Santini
Avatar utente
Monsieur EN.P.
Allievo
Allievo
Messaggi: 88
Iscritto il: mar dic 27, 2011 7:50 am
Località: Verona
Contatta:

Re: Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da Monsieur EN.P. »

Grazie Santoch! Molto utile dal momento che a febbraio ho intenzione di il corso on line di Andrew Bosco....
"Il Vero Mistero Del Mondo E' Il Visibile, Non L'Invisibile" (OSCAR WILDE)
Il teatro di Stefano Paiusco è "misteriosamente" visibile sul sito: www.teatrosette.eu
Illusionist
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 954
Iscritto il: sab gen 16, 2010 5:08 pm
Località: Milano
Contatta:

Re: Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da Illusionist »

Piccolo off-topic:
http://newmindcommunication.org/id/nm.php?id=114_1

il corso a cui fa riferimento Monsieur, proprio ieri un amico fidato mi ha detto che lo ha seguito e si è trovato molto bene, cerco di farmi dare una descrizione più dettagliata del prodotto e poi posterò dove avevo già segnalato:

http://www.magicschool.eu/forum/viewtop ... 9&start=30

Chiudo off-topic!!! :)
Avatar utente
Monsieur EN.P.
Allievo
Allievo
Messaggi: 88
Iscritto il: mar dic 27, 2011 7:50 am
Località: Verona
Contatta:

Re: Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da Monsieur EN.P. »

Ho comunicato personalmente con Andrew tramite email. Persona molto disponibile e gentile. Mi ha inviato un pdf gratuito di introduzione al mentalismo: veramente interessante (viene inviato a chiunque ne fa richiesta). Mi sono informato e ho saputo che Aroldo Lattarulo che con Andrew dirige la scuola, è considerato un guru del mentalismo. Il prezzo del corso non è esagerato...insomma, credo che ne valga proprio la pena.
Come dice SEMPRE Ruben,e non solo lui, anche i nostri moderatori lo ripetono continuamente ;) , non bisogna farsi prendere troppo la mano e continuare ad acquistare effetti, SI DEVE STUDIARE, studiare sui libri, guardare i dvd per osservare le tecniche dei MIGLIORI e poi provare, provare e provare...senza stancarsi, MAI!
Solo in questo modo riusciremo a metterci alla prova e scopriremo se effettivamente la "MAGIA" sia per noi una VERA vocazione, che ci fa vibrare o solo un affascinante mondo di cui ci siamo temporaneamente innamorati. :o
Anche nel Teatro avviene così.

a presto
"Il Vero Mistero Del Mondo E' Il Visibile, Non L'Invisibile" (OSCAR WILDE)
Il teatro di Stefano Paiusco è "misteriosamente" visibile sul sito: www.teatrosette.eu
Avatar utente
MagoSantoch
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 1014
Iscritto il: dom giu 21, 2009 2:49 pm
Località: Senigallia, Marche.
Contatta:

Re: Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da MagoSantoch »

Puntata 5

http://www.mastersofmagic.tv/videos/11/mind-pills-05

Francesco Tesei:
Bentornati a Mind Pills, pillole di mentalismo e di magia mentale. Vorrei consigliarvi alla lettura innanzitutto questo libro che per me è veramente fondamentale per qualunque mentalista contemporaneo: sto parlando di Absolute Magic di Derren Brown; un libro che diventa sempre più difficile da reperire.
In introduzione a questo libro c’è una nota di Teller, del famoso duo Pen and Teller, il quale parla dei maghi, della figura del mago, e di come lui noti che nella maggioranza dei casi quello che lui definisce il plot, cioè il tema fondamentale del mago è desidero una cosa e questa cosa succede con un semplice schiocco di dita. Non c’è un grande sforzo da parte del mago per riuscire a compiere quello che riesce a compiere, le sue magie, i suoi prodigi. Questa figura è una figura -dice Teller- una figura un po’ da Dio-uomo che riesce a materializzare e a far avverare qualunque cosa egli desideri. E’ una figura priva di dramma, dice lui (dramma da un punto di vista teatrale), cioè teatralmente parlando è una figura assolutamente piatta. In effetti è un buono spunto su cui ragionare. Quindi io vi consiglio di provare a pensare ai vostri effetti sotto questo punto di vista: provate a chiedervi il perché voi facciate ogni singolo effetto.
Cioè prendete uno dopo l’altro gli effetti del vostro repertorio e provate a rispondere in maniera chiara, magari anche per iscritto, come vi dico di fare tutte le volte, a questa domanda: perché?

“Dobbiamo spostarci dal mondo degli effetti al quello di CAUSA-EFFETTO. Questo è un mondo dove AZIONI e SFORZI sono fondamentali per riuscire a far brillare una scintilla di magia, per un solo secondo, nel nostro mondo.”
-Derren Brown-


Rispondere a questa domanda vi aiuterà a trovare e a delineare in maniera più chiara dentro la vostra stessa mente quello che tecnicamente viene chiamato come il sottotesto dell’effetto. Perché diciamo la verità, al nostro pubblico poco importa se noi siamo capaci di ritrovare una carta scelta; poco importa se la cosa rimane nel mondo e nel reame delle carte da gioco. Invece la cosa diventa un pochino più affascinante se l’effetto che noi stiamo proponendo con le carte altro non è se non un esempio, per non dire una metafora, di qualche cosa che è assolutamente più ampio e possibilmente in qualche modo può essere utilizzato e, come posso dire, analizzato dallo spettatore nella sua stessa vita personale e privata.
Cioè per fare un esempio se dall’effetto di carte che tu prestigiatore mi stai facendo io riesco a capire o meglio ancora ad intuire che è possibile condizionare le scelte delle persone allora la cosa diventa automaticamente interessante per me, perché non si sta parlando di ritrovare una carta, ma si sta parlando della potenzialità di influenzare le scelte delle persone.

“Noi ci vediamo riflessi nelle altre persone. Ne deriva che i rapporti possono contribuire ad assicurarci una migliore comprensione di noi stessi.”
-Lou Marinoff- (Associazione americana terapisti filosofici)


Notate che parlo dell’idea di poter influenzare le scelte delle persone come un semplice esempio, ma potrebbe essere qualunque cosa che però possa essere applicabile nella mia vita quotidiana. Ecco, questo principio è un processo mentale che noi tutti facciamo. Cioè noi vediamo qualche cosa e automaticamente la dobbiamo incasellare in caselle nostre mentali che automaticamente riguardano noi stessi. Cioè ci viene naturale questo processo di capire se quello che stiamo vedendo è in qualche modo fruibile o utilizzabile da noi stessi. E’ un processo che va dal particolare al generale e allora un consiglio che vi voglio dare in questo caso è appunto quello di capire se in ogni singolo effetto che voi fate c’è questo qualche cosa che può essere trasformato dal particolare a qualche cosa di generale. Questa è la chiave, in realtà, per creare degli effetti che in qualche modo siano evocativi. Eugene Burger dice “la magia deve essere qualche cosa che punta oltre se stessa” e quando dice questo intende esattamente questa cosa, cioè che uno spettatore, attraverso un effetto magico possa intuire, avere il sospetto o meglio la sensazione che c’è ben altro: che c’è un principio, una teoria, una tecnica, una magia che potrebbe essere utilizzata nella vita reale. Il processo mentale di passare dal particolare al generale è una cosa che avviene nel cervello umano in maniera automaticamente naturale, spontanea ed è una chiave davvero potente per poter costruire routine che in qualche modo siano appunto evocative.
“Nel processo naturale di passare dal particolare al generale, cioè dall’effetto in se alle cause che lo muovono gli spettatori hanno la possibilità di scoprire qualcosa su se stessi”.

Alla prossima settimana.

Puntata 6

http://www.mastersofmagic.tv/videos/32/mind-pills-06

Questa è una performance, credo sia superfluo trascriverla.
Buona visione ;)
"Le cose: non le vediam per come sono, ma per come siamo;
quel che appare al nostro sguardo vien da quel che stiam cercando." da John Lubbok

Alessio "Santoch" Santini
Avatar utente
MagoSantoch
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 1014
Iscritto il: dom giu 21, 2009 2:49 pm
Località: Senigallia, Marche.
Contatta:

Re: Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da MagoSantoch »

Puntata 7

http://www.mastersofmagic.tv/videos/33/mind-pills-07

Francesco Tesei:
Benvenuti a Mind Pills, pillole di mentalismo e di magia mentale per Masters of Magic.
Nelle scorse puntate vi ho parlato di Absolute Magic un gran bel libro di Derren Brown, oggi invece, mi sento di consigliarvi L'esperienza della Magia di Eugene Burger. E per parlare di questo libro sono venuto a trovare Ferdinando Buscema che ne ha curato la traduzione in italiano. Ferdinando cosa ci dici dell'esperienza della magia?

Ferdinando Buscema:
Bhe, l'esperienza della magia è un libro straordinario. E' un libro che offre stimoli e stimolazioni a 360° sul proprio modo di far magia, sui propri effetti, sul proprio personaggio e nel senso più ampio offre stimolazioni riguardo alla funzione, al ruolo del mago nella società moderna, nel mondo di oggi.

Francesco Tesei:
Bene. Ci sono tanti capitoli che poi alla fine sono una serie di saggi che Eugene ha scritto nell'arco di quanto tempo? Ne hai un'idea?

Ferdinando Buscema:
Nell'arco di anni. Frutto del lavoro di anni.

Francesco Tesei:
Sono tanti saggi e per questo L'esperienza della Magia si potrebbe definire un libro di teoria. Ora; c'è un clichè sui libri di teoria, secondo me un pochino superficiale (come tutti i clichè del resto) e cioè l'idea che i libri di teoria siano appunto un po' evanescenti. Parlino di cose che sono campate un po' in aria. In realtà la teoria poi si traduce poi nella pratica, no Ferdinando?

Ferdinando Buscema:
Bhè appunto, sebbene questo possa essere considerato un libro di pensiero, un libro di teoria, allo stesso tempo è un libro estremamente pratico in quanto le idee che vengono analizzate ed esplorate vengono poi messe in pratica attraverso gli effetti che sono descritti nel libro.

Francesco Tesei:
Perché ci sono degli effetti in realtà.

Ferdinando Buscema:
Ci sono anche degli effetti assolutamente straordinari, tratti dal repertorio professionale di Eugene per cui in ultima analisi questo è un libro pratico in quanto fino all'ultimo è una continua stimolazione a mettere in pratica queste idee nella propria realtà, nel proprio repertorio, nei propri giochi.

Francesco Tesei:
Quindi la teoria ci aiuta a capire come stiamo facendo la nostra magia. E quindi poi può trasformare davvero, trasformando il nostro modo di pensare e di vedere quello che noi facciamo, può trasformare nella pratica il nostro approccio alla magia e quindi l'efficacia degli effetti che alla fine facciamo nei confronti del nostro pubblico. Quindi la teoria si trasforma poi in azione concreta.
C'è un capitolo, si tratta di un saggio, che mi aveva colpito molto. Ed è quello che s'intitola Cornici. Ferdinando che cosa intende Eugene Burger quando ci parla di cornici?

Ferdinando Buscema:
Eugene utilizza la metafora delle cornici per parlare delle presentazioni. Cioè, così come una cornice è il completamento di una tela, e quindi arricchisce una tela appunto dell'opportuna cornice, trasferendo questo concetto (quest'immagine) ai nostri giochi l'effetto o un trucco può essere paragonato alla tela e invece la cornice alla presentazione che mettiamo attorno alla nostra tela.

Francesco Tesei:
Un quadro non è completo finché non c'è anche una bella cornice.

Ferdinando Buscema:
Un quadro, per esprimere fino in fondo, in modo completo, la propria essenza necessita di entrambi questi pezzi: la cornice e la tela.

Francesco Tesei:
Due elementi fondamentali.
E' un'immagine secondo me molto efficace questa della tela e del quadro. Mi sento solo di aggiungere che questo punto di vista secondo me è molto efficace come punto di vista del mago nel momento in cui deve creare appunto un nuovo effetto. Perchè spesso noi ci ritroviamo con un effetto nuovo che possiamo utilizzare, che abbiamo tra le mani perchè o l'abbiamo comprato, o l'abbiamo letto in un libro, o l'abbiamo inventato, quindi possiamo fare qualcosa di potenzialmente efficace; quello che noi dobbiamo fare a quel punto spesso è quello di creare appunto una cornice intorno a questo effetto che sia la presentazione. Quindi quest'immagine è assolutamente pertinente per quanto riguarda un mago che deve creare qualche cosa. Però il suggerimento che vi voglio dare è di provare a veder la cosa dal punto di vista della percezione del pubblico. Perchè la cosa diventa affascinante, nel senso che dal mio punto di vista i due elementi si invertono. Derren Brown ci ricorda che per il pubblico la presentazione è tutto, non esiste il trucco, l'effetto è un po' contestuale, quindi esiste solo cornice. Tant'è che potremmo quasi invertire questi due elementi: quella che prima era la cornice diventa la tela e viceversa. In effetti se noi pensiamo agli effetti di mentalismo spesso quello che noi maghi abbiam considerato il centro di quello che facciamo, e cioè l'effetto, per il pubblico viene interpretato come un esempio per far capire meglio qualche cosa di assolutamente più ampio. Che si riferisce nella mente, nel modo di processare le cose del pubblico a qualcosa di più ampio e riferito alla vita magari delle persone, del pubblico, giusto?

Ferdinando Buscema:
Trovare un'attinenza apunto con la propria vita reale attraverso la metafora della magia.

Francesco Tesei:
Quindi provate ad invertire questi due elementi: tela e cornice. Uno appartiene al vostro modo di creare magia e l'altro invece appartiene al modo in cui verrà percepito ciò che voi fate dal punto di vista appunto dei vostri spettatori.
Bene, io vi aspetto la prossima settimana con MindPills. Vi ricordo di scrivermi i vostri dubbi, le vostre domande, le vostre provocazioni: la mia casella di posta è sempre la solita francesco.tesei@mastersofmagic.it.
A presto, grazie Ferdinando.

Ferdinando Buscema:
Grazie.
"Le cose: non le vediam per come sono, ma per come siamo;
quel che appare al nostro sguardo vien da quel che stiam cercando." da John Lubbok

Alessio "Santoch" Santini
Avatar utente
MagoSantoch
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 1014
Iscritto il: dom giu 21, 2009 2:49 pm
Località: Senigallia, Marche.
Contatta:

Re: Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da MagoSantoch »

Puntata 8

http://www.mastersofmagic.tv/videos/34/mind-pills-08

Francesco Tesei:
Oggi vorrei rispondere a una delle varie e-mail che mi sono arrivate nella mia casella di posta. Si tratta di Paolo che scrive:
Paolo ha scritto:Ho iniziato l'anno scorso ad interessarmi di mentalismo e di ipnosi. Purtroppo però, nonostante aver studiato -credo approfonditamente- le tecniche e i processi di induzione ipnotica, ho paura di provarle, temendo che per qualche motivo l'induzione non abbia successo e quindi facendo una figuraccia rimanendo lì dopo il dormi! e quant'altro senza nessun risultato. Ho preò portato a termine con successo piccole suggestioni come il bloccare le mani piuttosto che gli occhi, ecc.
Come poso fare per vincere questa paura e finalmente poter usare l'ipnosi?
Beh, è una bella domanda.
Quindi ringrazio prima di tutto Paolo per la sua bella e-mail. Ora vorrei entrare subito nel vivo dell'argomento: e cioè l'ipnosi. Attenzione con l'ipnosi, sempre per quanto riguarda un discorso prettamente artistico, infatti non mi ricordo quale mio collega inglese (Andy Nyman) faceva notare come usare l'ipnosi durante uno spettacolo fosse una lama a doppio taglio. Perchè nella mente del pubblico se noi riusciamo a leggere per esempio la mente o a far far qualcosa allo spettatore attraverso l'ipnosi, questa diventa la spiegazione stessa di quello che stiamo facendo. Cioè il pubblico dirà "è ovvio che sia riuscito a fare quella cosa, ha usato l'ipnosi!"; il che naturalmente è una spiegazione assurda e superficiale, se vogliamo, ma attenzione perchè questo è un meccanismo che spesso scatta nelle mente delle persone.

"l'ipnosi è una lama a doppio taglio: se da una parte può diventare un momento molto suggestivo del vostro spettacolo, dall'altra rischia di appiattire concettualmente quello che state facendo."

Ci sono tanti concetti, alcuni giusti altri sbagliati, per quanto riguarda che cos'è l'ipnosi. Quindi è come dire che se partiamo dalla premessa che noi sappiamo ipnotizzare le persone c'è il rischio di appiattire tutto quello che andremo a fare nel nostro spettacolo. Oltre a questo mi sentirei anche di dire che - un discorso che vale in maniera specifica in Italia - e cioè che l'ipnosi in italia è conosciuta in maniera abbastanza distorta, soprattutto per quanto riguarda l'ipnosi da spettacolo.
Le nostre idee si basano su quello che noi vediamo e i modelli di riferimento che abbiamo, quindi quando parliamo di ipnosi sotto forma di spettacolo ci vengono in mente personaggi come Jucas Casella. Ecco, quindi attenzione! Perché se noi spingiamo sull'ipnosi automaticamente ci stiamo avvicinando a figure come Jucas Casella. Non sono qui per criticare Jucas Casella e quindi non entro nel merito, voglio solamente dire che... voglio consigliarvi di riflettere su questa cosa e decidere personalmente se volete o no essere avvicinati artisticamente a Jucas Casella ad esempio, che fa appunto ipnosi in televisione.

Io personalmente ho preferito tenermi molto lontano dall'ipnosi perchè voglio che il mio pubblico interpreti quello che faccio non grazie appunto alle tecniche ipnotiche, ma prima di queste grazie a tecniche di comunicazione e tecniche psicologiche. Infatti io dico che uso l'ipnosi, ma in maniera molto soft.

"l'ipnosi utilizzata solo per aiutare il soggetto ad entrare in uno stato psico-fisico adeguato per seguirvi nei vostri esperimenti"

Per rispondere poi alla domanda di Paolo, come vincere questa paura e finalmente usare l'ipnosi.
Beh, l'ipnosi purtroppo è una di quelle tecniche che devono essere sperimentate. Tra l'altro la mia esperienza mi insegna che sperimentarle con gli amici è in realtà più difficile che non sperimentarle con persone che non si conoscono, questo almeno in teoria. Dopo di che devo in realtà ancora riferirvi come si apre l'e-mail di Paolo che appunto in apertura scrive:
Paolo ha scritto:Sono un giovane apprendista mago di 15 anni.
E allora ecco, il problema -c'è un problema nell'usare l'ipnosi ad un'età così giovane perchè l'efficacia dell'ipnosi è strettamente legata alla credibilità della persona che la sta usando.
Si crea un legame tra il soggetto e l'ipnotizzatore che dev'essere un legame di fiducia: l'ipnotizzatore riesce a guidare questa persona se questa persona ritiene che l'ipnotizzatore sia titolato, autorizzato e capace di fare questa cosa. C'è veramente una componente di credibilità importante che si gioca nel processo ipnotico.

"per riuscire in una induzione ipnotica è importante che il soggetto abbia fiducia nella competenza dell'ipnotizzatore"

E quindi è chiaro che un ragazzo così giovane come Paolo, di 15 anni, difficilmente riuscirà ad essere credibile se si rivolge a persone che sono più grandi e più mature di lui. Forse quando lui dice che è riuscito a compiere alcune piccole induzioni io immagino che l'abbia fatte o nell'ambito della sua famiglia o insieme ai suoi amici o compagni, quindi comunque coetanei. Per cui Paolo, ecco, quello che mi sento di dirti è continua a fare esperienza, ma non cercare di, mi verrebbe da dirti sinceramente, non cercare ancora di includere l'ipnosi in maniera prevalente in quelli che sono i tuoi spettacoli, perché forse è ancora un po' presto. Se ti può consolare questa stessa cosa, fondamentalmente, l'ha detta a me Eugene Burger non tanti anni fa, quando io avevo credo 35 anni. Tu ne hai 15, quindi a me Francesco Tesei di 35 anni Eugene ha detto "sei ancora troppo giovane per fare il mentalista". Quindi voglio dire il mentalismo, l'ipnosi in particolare, ma anche il mentalismo stesso, ha bisogno di raggiungere una certa maturità. Questo non toglie che se tu hai già cominciato a 15 anni hai veramente tutte le potenzialità, tutto il tempo davanti a te per diventare davvero un grande esperto, sia di mentalismo che di ipnosi.

Questo è quanto, poteva ancare peggio da un certo punto di vista. Ricordati Paolo che è molto meglio sentirsi dire che si è troppo giovani piuttosto che sei troppo vecchio. Perché sei troppo giovane sottintende che hai tutta la strada davanti per poter raggiungere quelli che sono i tuoi obbiettivi.

Alla prossima.
"Le cose: non le vediam per come sono, ma per come siamo;
quel che appare al nostro sguardo vien da quel che stiam cercando." da John Lubbok

Alessio "Santoch" Santini
Avatar utente
MagoSantoch
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 1014
Iscritto il: dom giu 21, 2009 2:49 pm
Località: Senigallia, Marche.
Contatta:

Re: Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da MagoSantoch »

Puntata 9

http://www.mastersofmagic.tv/videos/35/mind-pills-09

Francesco Tesei:
Bentornati a MindPills, pillole di mentalismo e di magia mentale per Masters of Magic. Anche questa settimana vorrei rispondere ad una delle varie e-mail che sono arrivate alla mia casella di posta.
Questa settimana vorrei rispondere a Simone, che mi scrive:
Simone ha scritto:Per un effetto come la piegatura dei metalli, l'unica presentazione a mio avviso è quella della dote naturale o sovrannaturale. Non credi che un mentalista che usi presentazioni più improntate sulla comunicazione, per cui su una materia ben precisa e logica, vada un po' in contrasto qualora effettui una piegatura di metalli? Quindi un effetto che derivi da poteri della mente?
Bhè ho girato questa domanda ad una persona che effettivamente presenta spesso la piegatura dei metalli e cioè Tony Binarelli. Questo mi ha risposto:
Tony Binarelli ha scritto:Il mentalista che giustifica i propri poteri affidandosi alla comunicazione interpersonale con il pubblico (PNL, ecc. ecc.) non può proporre anche effetti fisici come il metal bending e simili. A questo aggiungasi che le scelte debbono essere legate alla tipologia fisica del loro presentatore. In quanto spesso le fisique du role non corrisponde all'immagine che il mentalista vuol dare di se stesso.
"Chi si incammina sulla moderna via della comunicazione NON DEVE ESEGUIRE QUESTA TIPOLOGIA DI EFFETTI"
-Tony Binarelli-


C'è a volte un contrasto tra le fisique du role e quello che il mentalista (o il performer) vorrebbe apparire. Come dire l'abito in questo caso fa il monaco.
Quindi Tony Binarelli dice effettivamente che se le nostre presentazioni, se il nostro Geist, è quello di una persona che utilizza tecniche della comunicazione non ha molto senso lanciarsi in una piegatura del metallo.
Questa è l'opinione di Binarelli che io in realtà sottoscrivo; sono assolutamente daccordo e infatti vi ricordo che una delle cose più difficili da fare in quanto artisti è, una volta definito il proprio personaggio, quello di scremare, di togliere dal repertorio che abbiamo ciò che non centra.
Però vi consiglio veramente di riflettere attentamente su questa cosa perchè è un passaggio fondamentale. Basta un effetto per far crollare il castello del nostro Geist, quello che noi abbiamo voluto creare agli occhi degli spettatori come nostro personaggio. Basta una singola cosa che sia in discrepanza, che non sia credibile, che non sia allineata per creare confusione nella mente dei nostri spettatori.

Quindi ricordate una legge fondamentale Less is more, soprattutto se quello che fate vuole essere in qualche modo assolutamente credibile agli occhi dello spettatore. Perchè se d'altra parte voi volete passare per un illusionista è chiaro che potete anche saltare di palo in frasca, come si dice. Ma se ciò che fate vuole essere credibile allora è molto meglio, come dice Bob Cassidy: "il mentalista dovrebbe specializzarsi in una delle branche del mentalismo: telepatia, psicocinesi, chiaroveggenza." Ma già comprendere tutti questi rami del mentalismo può essere un errore, è meglio specializzarsi.
Figuriamoci nel fondere metal-bending con comunicazione subliminale. Potete farlo, ma a quel punto il pubblico comincerà a dubitare la vostra credibilità.

Alla prossima.
"Le cose: non le vediam per come sono, ma per come siamo;
quel che appare al nostro sguardo vien da quel che stiam cercando." da John Lubbok

Alessio "Santoch" Santini
Avatar utente
MagoSantoch
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 1014
Iscritto il: dom giu 21, 2009 2:49 pm
Località: Senigallia, Marche.
Contatta:

Re: Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da MagoSantoch »

Puntata 10

http://www.mastersofmagic.tv/videos/36/mind-pills-10

Francesco Tesei:
Benventornati a Mind Pills, pillole di mentalismo e di magia mentale per Masters of Magic.
Oggi vi vorrei parlare di questo libro Gli archetipi della magia di Craig Conley. E' un libro molto molto particolare, molto interessante, il sottotitolo è l'arte dietro le quinte della prestigiazione. Ferdinando, tu che ne hai curato la traduzione in italiano, perché "l'arte dietro le quinte della prestigiazione"? Di che cosa parla questo libro?

Ferdinando Buscema:
Bhè questo libro è una raccolta di immagini, alcune anche abbastanza antiche (medievali fino al 1800 circa), che ci danno la percezione di come molti degli effetti, la maggior parte degli effetti che appartengono al nostro repertorio e che quindi noi seguiamo ancora oggi, abbiano dei riferimenti simbolici molto precisi che quindi è possibile evocare nei propri effetti in modo consapevole.

Francesco Tesei:
Si, tra l'altro proprio il fatto che queste immagini siano immagini antiche mi ha fatto capire, quando l'ho letto, quanto i simboli che noi evochiamo come illusionisti maghi, mentalisti, ecc... sono simboli che arrivano davvero da molto lontano.

Ferdinando Buscema:
Questo libro ce ne offre una mappa, quindi ce ne dà appunto una carrellata di tutte queste immagini e l'obbiettivo è stimolare la riflessione ed evocare queste immagini in modo da utilizzarle in modo consapevole nei propri... numeri, nei propri effetti.

Francesco Tesei:
Infatti la chiave è proprio questa, di questo libro. Cioè se noi prendiamo coscienza dei simboli, dei messaggi che sono contenutim in maniera subliminale se vuoim negli effetti che facciamo, abbiamo la possibilità di sfruttarli a pieno fondamentalmente, di sfruttarne a pieno il potere magico, si potrebbe dire.
Ogni immagine è corredata da una parola chiave espressa sotto forma di titolo e la prima che vorrei citare, naturalmente, perchè mi salta agli occhi è IMMAGINAZIONE.

"IMMAGINAZIONE
Il mentalista crea magie nella mente dello spettatore. Per sospendere l'incredulità non c'è bisogno di alcuna manipolazione.
"

Francesco Tesei:
Ora a me colpisce questa frase: "Il mentalista crea magia nella mente dello spettatore". Perché spesso quando si parla di immaginazione si pensa che sia il performer, il mago, a dover dare una dimostrazione della sua grande immaginazione, di questo talento, di questa dote, che dovrebbe avere una grande immaginazione. E la sua performance altro non è che una dimostrazione di questa sua immaginazione.
In realtà, dal mio punto di vista, la cosa diventa un pochino più affascinante e anche efficace quando il performer ha la capacità di far giocare il suo pubblico con la propria immaginazione. Quindi lasciare le cose anche un pochino avvolte nel mistero in un certo senso, lasciando che sia il pubblico a sentirsi chiamato in causa e a dover riempire certi spazi, lasciati in maniera consapevolmente efficace, in maniera aperta dal performer stesso no?

Ferdinando Buscema:
Bhè in tutto questo possiamo aggiungere una nota frase di Einstein, il quale disse che l'immaginazione
è più importante della conoscenza
in quanto la conoscenza per quanto ampia rimane circoscritta, mentre l'immaginazione è pressochè infinita e punta nella direzione delle enormi se non infinite possibilità della mente umana di creare, di realizzare cose impossibili.

Francesco Tesei:
Esatto. Il concetto è esattamente questo. Se noi riusciamo a dosare ciò che spieghiamo, ciò che facciamo capire con ciò che invece solamente evochiamo in maniera subliminale e anche in maniera suggestiva, lasciando che sia lo spettatore poi a riempire con la sua immaginazione, e quindi ognuno lo farà attraverso la sua propria sensibilità, allora siamo davvero degli artisti. Secondo me.

Ferdinando Buscema:
Quella è la direzione sana da perseguire...

Francesco Tesei:
...di quello che noi facciamo.

Bene. Francesco Tesei; io vi aspetto come al solito, aspetto le vostre mail, le vostre domande, i vostri dubbi, le vostre provocazioni se volete... l'indirizzo è sempre quello.
Ci vediamo la prossima settimana, ciao.
Grazie Ferdinando.

Ferdinando Buscema:
Grazie.


Puntata 11

http://www.mastersofmagic.tv/videos/37/mind-pills-11

Anche questa è una performance. Motivo per cui non la trascrivo.
"Le cose: non le vediam per come sono, ma per come siamo;
quel che appare al nostro sguardo vien da quel che stiam cercando." da John Lubbok

Alessio "Santoch" Santini
Avatar utente
MagoSantoch
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 1014
Iscritto il: dom giu 21, 2009 2:49 pm
Località: Senigallia, Marche.
Contatta:

Re: Mind Pills di Francesco Tesei

Messaggio da MagoSantoch »

Avendo già trascritto tutte le puntate ho intenzione di aprire a breve delle discussioni che, partendo da alcune opinioni espresse o da argomenti trattati da Tesei, permettano di confrontare le nostre opinioni e i nostri punti di vista in merito.
Inoltre utenti esperti possono arricchire la disquisizione aggiungendo fonti di studio prese da libri o citate dalla loro esperienza personale (sia dentro che al di fuori del mondo della magia).

Nel frattempo rileggete le trascrizioni o riguardatevi le puntate, oleate le rotelline del vostro pensiero e affilate la lingua (anzi la punta delle dita visto che siamo in un forum).
"Le cose: non le vediam per come sono, ma per come siamo;
quel che appare al nostro sguardo vien da quel che stiam cercando." da John Lubbok

Alessio "Santoch" Santini
Bloccato

Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 10 ospiti