Ciao Santoch!
Ho seguito la discussione, ma ammetto di non aver letto con dovuta attenzione tutti i post. Se permetti ti darei un consiglio.
Apprezzo molto, moltissimo la tua creatività e la tua voglia di concepire un gioco di prestigio come un'opera d'arte, degna di essere accompagnata con la poesia. Oltretutto mi hai dato un'idea per una mia routine, ma questa è un'altra storia.
C'è qualcosa, però, che davvero non riesco a capire (se me lo sono perso nella discussione ti chiedo scusa) e che, quindi, forse di conseguenza, mi fa storcere il naso. Tieni conto che non ti ho mai visto lavorare, perciò non ho idea di come tu sia (qualche video escluso) perciò provo ad immaginarmi l'effetto così da ciò che ho letto. Per chi fai questo effetto? Per te stesso, per un pubblico di maghi o per un pubblico profano? In quale contesto?
Immagino tu conosca il libro di Nevil Maskelyne "l'arte nella magia", in cui sono elencate e spiegate le regole che stanno alla base della nostra forma d'arte. Trasgredire le regole molto spesso serve per crearne di nuove che serviranno come intuizione per il futuro, ma credo, consentimi di dirlo, che tu ne trasgredisca un po' troppe, se l'effetto è così come me lo immagino. Provo ad elencarne i motivi.
1) Primo impatto: la magia è uno sforzo per la mente del pubblico, dalle palline di spugna alle grandi illusioni. Compito nostro è rendere tutto il più chiaro possibile. Non rischi di mettere a dura prova la mente e l'attenzione del pubblico?
2) conseguenza del primo punto: la magia avviene nella mente degli spettatori, non nelle monete o carte, giusto? Una mente messa alla prova sarà in grado di apprezzare l'avvenimento magico?
3) Quando si "importano" altre forme d'arte (recitazione, giocoleria, poesia ecc...) bisogna fare molta attenzione. Cosa diventa più importante, la magia o la poesia? Aurelio Paviato afferma che il prestigiatore NON è un attore che recita la parte del mago. Il prestigiatore è un prestigiatore. Punto. Può fargli comodo capacità recitative, da giocoliere o quello che ti salta in mente, ma è e rimane un PRESTIGIATORE. Un poeta non fa il prestigiatore e un prestigiatore NON è un poeta. Non perchè tu non sia in grado di diventarlo (i versi sono molto belli e ben costruiti), ma corri il rischio che io definisco "della maionese".
Una buona maionese fatta in casa esalta le qualità dei cibi (magari pesce) che hai nel piatto. Ma GUAI ad abbondare nella maionese oppure a usare quella di bassa qualità. Annulleresti il sapore del pesce fresco, puro, che arriva dal mare. Quindi ti chiedo... il tuo è un piatto di pesce o di maionese?
4) ogni effetto magico, anche se basato sulla ripetizione come il matrix, deve perseguire un unico punto di interesse, un culmine. Anche se la storia si muove verso una direzione, secondo me, manca questo punto speciale d'arrivo, che sarebbe davvero fondamentale.
Quindi cosa fare? Ovviamente si fa tanto per parlare, però io rivedrei la routine rendendo tutto più lineare e semplice, il che, mi preme sottolineare, non significa MAI banale! la semplicità è una meta ambiziosa a cui pochi sono arrivati. Ti posto un video che penso ti sia d'aiuto, anche se forse lo conosci:
[youtube]
http://youtu.be/YgFG5GQmFzU[/youtube]
Nota la linearità, la semplicità con cui le parole si uniscono ai fatti come un aroma prezioso, non come la maionese grassa e pesante. Se il tuo obiettivo è la magia, l'endecasillabo con l'accento sulla decima DEVE passare in secondo piano con buona pace della mia insegnante di italiano del liceo classico
So che sei aperto alle critiche e ai suggerimenti, perciò mi sono lasciato andare, nella speranza di non aver dato fastidio. Non mollare l'idea, in qualsiasi caso, perchè è lodevole lo sforzo che fai.
Un caro saluto!