Mind Pills di Francesco Tesei
Inviato: mar gen 17, 2012 2:50 pm
Su Masters of Magic Francesco Tesei ha pubblicato una serie di video intitolati Mind Pills in cui parla di mentalismo, della selezione e della riproposizione degli effetti, del personaggio e di altre cose.
Credo che possano tornarvi utili.
Ho trascritto anche tutto ciò che viene detto se lo preferite in versione scritta (o se magari un giorno venissero cancellati i video).
Puntata 1
(Ve le caricherò tutte mano a mano)
http://www.mastersofmagic.tv/videos/7/mind-pills-01
Mariano Tomatis:
Immaginate un giocoliere in grado di compiere incredibili acrobazie non con le classiche palline, ma con i vostri pensieri. Questa è l’idea di giocoliere della mente di Francesco Tesei, a mio parere, oggi, il miglior mentalista d’Italia. Gioco dopo gioco riesce a costruire una suggestione talmente forte da mettere in dubbio ciò che noi riteniamo possibile o impossibile fare con la nostra mente. Allo stesso tempo Francesco ci fa intuire quanto ciascuno di noi possa essere influenzabile attraverso un uso accorto di tecniche di comunicazione subliminale. Mind Juggler è uno spettacolo che esplora la magia della mente in un modo brillante ed ironico. In fondo esiste qualcosa di più affascinante della mente umana?
Francesco Tesei:
Sono Francesco Tesei, benvenuti a Mind Pills quello che vuole essere lo spazio dedicato al mentalismo e alla magia mentale all’interno della Web TV di Masters of Magic.
Ora, prima di tutto, vorrei che questo nostro spazio fosse interattivo; d’altra parte ci stiamo muovendo attraverso internet che è un mondo assolutamente interattivo e quindi io sono aperto alle vostre domande, alle vostre opinioni, alle vostre provocazioni e anche alle vostre critiche. Per aprire questo canale fornisco subito la mia casella di posta che è francesco.tesei@mastersofmagic.it .
Ho deciso di chiamare questo nostro piccolo angolo Mind Pills, cioè pillole mentali; perché? Perché vorrei che fossero veramente delle piccole pillole zen, se volete, che vi possano aiutare in qualche modo a riflettere su alcuni aspetti della magia mentale, del mentalismo, ma ancora più in generale di quella che è una performance che noi, in quanto performer, andiamo a fare davanti ad un pubblico.
In effetti quello che andremo a discutere potrà essere utile non solo ai mentalisti, ma anche ai maghi che si esibiscono nel close-up o anche in grandi illusioni per esempio, perché vedrete che alcuni concetti possono essere traslati in generale proprio per quanto riguarda il mondo preso in toto della performance, il mondo teatrale, il mondo dello spettacolo e delle esibizioni.
Perciò vi aspetto settimana dopo settimana qui, su Masters of Magic con Mind Pills. Io sono Francesco Tesei, aspetto le vostre e-mail. A presto.
Puntata 2
http://www.mastersofmagic.tv/videos/8/mind-pills-02
Francesco Tesei:
Oggi parliamo di darsi degli obbiettivi. Già solo il fatto di porsi un obbiettivo ci aiuta a definire chi siamo, che cosa facciamo e soprattutto che cosa vogliamo. Vi consiglio di prendere carta e penna e di scrivere quelli che sono i vostri obbiettivi personali per quanto riguarda la sfera della magia. Solo il fatto di scriverli vedrete che vi aiuterà a chiarirveli anche all’interno della vostra mente. In particolare oggi vi pongo una domanda ed è: a chi si rivolge la vostra magia? Perciò il mio consiglio è quello di scrivervi veramente in un foglio di carta “a chi si rivolge la mia magia?” e di provare a scrivere poi quelle che sono le vostre risposte personali.
Ora io ve ne offro 4 di possibili risposte, c’è un ventaglio molto ampio in realtà di risposte, però queste quattro sono importanti perché sono su una certa strada che mi premere discutere oggi insieme a voi.
La prima risposta che si potrebbe dare è che la vostra magia si rivolge a voi stessi; voi siete magari quel tipo di mago che si esibisce… come posso dire… che prepara un effetto magico in casa, lo prova davanti allo specchio un’infinità di volte e poi dopo quando lo va a fare lo va a fare fondamentalmente per avere un piacere personale. Il problema di questo è che il pubblico che questo mago si troverà di fronte altro non è se non una sorta di specchio nel quale il performer si vuole riflettere. Spesso quindi, questo tipo di mago confonde che cos’è avere un’interazione con il pubblico, infatti a me capita spesso di assistere a delle performance nelle quali c’è un completo e assoluto distacco tra il performer e il suo pubblico. Il performer sembra al chiuso all’interno di una sua bolla, in un suo mondo, all’interno del quale lui parla, chiede domande assolutamente retoriche, non presta attenzione alle risposte che sono date e sembra che stia recitando una poesia che ha imparato a memoria e che prescinde completamente da quello che è il pubblico che ha di fronte.
Perciò il primo avvertimento che vi voglio dare è questo: interagire con il pubblico non vuol dire chiedere al pubblico “mi prendi una carta?”, “mi pensi ad un numero?”, questo non è in una vera interazione con il pubblico. Questo è per il momento, diciamo, è in realtà semplicemente utilizzare il pubblico come cavia per compiere qualche cosa che potrebbe essere molto auto-celebrativo e poco di più. Interagire con il pubblico è ben altro; è veramente avere un testo che stimola riflessioni, emozioni, all’interno della mente dei vostri spettatori.
La seconda risposta che si può dare è “la mia magia si rivolge ai miei amici”. Quindi questo tipo di mago ha bisogno di trovare materiale nuovo in continuazione, perché non cambiando mai il suo pubblico, essendo il suo pubblico formato dalla sua sfera di amici ha bisogno in continuazione di trovare nuovi effetti da proporre. Questo vuol dire muoversi all’interno del mondo della magia in orizzontale, cioè cercare un repertorio vastissimo, provare un gioco poche volte, utilizzarlo una decina, ventina di volte –il tempo di farlo ai proprio amici- poi metterlo nel dimenticatoio e passare a nuovi effetti. Il problema di fare questo è che ovviamente c’è uno studio poco approfondito di ogni singolo effetto. Si può studiare il dettaglio, la newance della performance in maniera veramente limitata facendo questo. Si è più proiettati ad un continuo cambiamento di quello che è il proprio repertorio.
Io preferisco muovermi in tutt’altra direzione, cioè muovermi in maniera verticale. Studiare degli effetti, proporli e riproporli finché non ho sfruttato, compreso, capito quali sono le vere potenzialità insite dentro ad ogni singolo effetto.
La terza risposta che si potrebbe dare alla comanda “a chi si rivolge la mia magia?” è ad un pubblico di maghi. In effetti ci sono tanti prestigiatori, anche cosiddetti professionisti, che si esibiscono il 90% delle volte davanti ad un pubblico di colleghi. Questo tipo di performance ha un linguaggio particolare, perché noi colleghi possiamo apprezzare un performer anche per tutta una serie di capacità tecniche che normalmente risulterebbero invisibili da parte di un pubblico composto da “babbani” come direbbe Walter Rolfo.
Infine, la risposta che sembra la più ovvia è quella che la nostra magia si rivolge ad un pubblico reale e normale, magari anche ad un pubblico pagante. In ogni caso è importante porsi questo tipo di domande, perché anche una risposta come “ad un pubblico” può essere sviluppata: quale tipo di pubblico pagante? Ehhm non so… i bambini, le famiglie, gli intellettuali, i manager di aziende, un pubblico nazionale, un pubblico internazionale, il pubblico delle crociere, per esempio, perché rispondere a questa domanda già ci può aiutare a definire quello che è il nostro repertorio. Se io mi voglio rivolgere ad un pubblico assolutamente internazionale automaticamente saprò che dovrò probabilmente utilizzare e cercare un repertorio di magia visiva, oppure dovrei veramente essere un drago e saper parlare 5 lingue. Quindi cominciate a segnarvi in un foglio di carta quelle che sono le risposte, le vostre risposte, ad una domanda che sembra apparentemente così banale come “ a chi si rivolge la vostra magia?”.
Ci vediamo la prossima settimana.
Credo che possano tornarvi utili.
Ho trascritto anche tutto ciò che viene detto se lo preferite in versione scritta (o se magari un giorno venissero cancellati i video).
Puntata 1
(Ve le caricherò tutte mano a mano)
http://www.mastersofmagic.tv/videos/7/mind-pills-01
Mariano Tomatis:
Immaginate un giocoliere in grado di compiere incredibili acrobazie non con le classiche palline, ma con i vostri pensieri. Questa è l’idea di giocoliere della mente di Francesco Tesei, a mio parere, oggi, il miglior mentalista d’Italia. Gioco dopo gioco riesce a costruire una suggestione talmente forte da mettere in dubbio ciò che noi riteniamo possibile o impossibile fare con la nostra mente. Allo stesso tempo Francesco ci fa intuire quanto ciascuno di noi possa essere influenzabile attraverso un uso accorto di tecniche di comunicazione subliminale. Mind Juggler è uno spettacolo che esplora la magia della mente in un modo brillante ed ironico. In fondo esiste qualcosa di più affascinante della mente umana?
Francesco Tesei:
Sono Francesco Tesei, benvenuti a Mind Pills quello che vuole essere lo spazio dedicato al mentalismo e alla magia mentale all’interno della Web TV di Masters of Magic.
Ora, prima di tutto, vorrei che questo nostro spazio fosse interattivo; d’altra parte ci stiamo muovendo attraverso internet che è un mondo assolutamente interattivo e quindi io sono aperto alle vostre domande, alle vostre opinioni, alle vostre provocazioni e anche alle vostre critiche. Per aprire questo canale fornisco subito la mia casella di posta che è francesco.tesei@mastersofmagic.it .
Ho deciso di chiamare questo nostro piccolo angolo Mind Pills, cioè pillole mentali; perché? Perché vorrei che fossero veramente delle piccole pillole zen, se volete, che vi possano aiutare in qualche modo a riflettere su alcuni aspetti della magia mentale, del mentalismo, ma ancora più in generale di quella che è una performance che noi, in quanto performer, andiamo a fare davanti ad un pubblico.
In effetti quello che andremo a discutere potrà essere utile non solo ai mentalisti, ma anche ai maghi che si esibiscono nel close-up o anche in grandi illusioni per esempio, perché vedrete che alcuni concetti possono essere traslati in generale proprio per quanto riguarda il mondo preso in toto della performance, il mondo teatrale, il mondo dello spettacolo e delle esibizioni.
Perciò vi aspetto settimana dopo settimana qui, su Masters of Magic con Mind Pills. Io sono Francesco Tesei, aspetto le vostre e-mail. A presto.
Puntata 2
http://www.mastersofmagic.tv/videos/8/mind-pills-02
Francesco Tesei:
Oggi parliamo di darsi degli obbiettivi. Già solo il fatto di porsi un obbiettivo ci aiuta a definire chi siamo, che cosa facciamo e soprattutto che cosa vogliamo. Vi consiglio di prendere carta e penna e di scrivere quelli che sono i vostri obbiettivi personali per quanto riguarda la sfera della magia. Solo il fatto di scriverli vedrete che vi aiuterà a chiarirveli anche all’interno della vostra mente. In particolare oggi vi pongo una domanda ed è: a chi si rivolge la vostra magia? Perciò il mio consiglio è quello di scrivervi veramente in un foglio di carta “a chi si rivolge la mia magia?” e di provare a scrivere poi quelle che sono le vostre risposte personali.
Ora io ve ne offro 4 di possibili risposte, c’è un ventaglio molto ampio in realtà di risposte, però queste quattro sono importanti perché sono su una certa strada che mi premere discutere oggi insieme a voi.
La prima risposta che si potrebbe dare è che la vostra magia si rivolge a voi stessi; voi siete magari quel tipo di mago che si esibisce… come posso dire… che prepara un effetto magico in casa, lo prova davanti allo specchio un’infinità di volte e poi dopo quando lo va a fare lo va a fare fondamentalmente per avere un piacere personale. Il problema di questo è che il pubblico che questo mago si troverà di fronte altro non è se non una sorta di specchio nel quale il performer si vuole riflettere. Spesso quindi, questo tipo di mago confonde che cos’è avere un’interazione con il pubblico, infatti a me capita spesso di assistere a delle performance nelle quali c’è un completo e assoluto distacco tra il performer e il suo pubblico. Il performer sembra al chiuso all’interno di una sua bolla, in un suo mondo, all’interno del quale lui parla, chiede domande assolutamente retoriche, non presta attenzione alle risposte che sono date e sembra che stia recitando una poesia che ha imparato a memoria e che prescinde completamente da quello che è il pubblico che ha di fronte.
Perciò il primo avvertimento che vi voglio dare è questo: interagire con il pubblico non vuol dire chiedere al pubblico “mi prendi una carta?”, “mi pensi ad un numero?”, questo non è in una vera interazione con il pubblico. Questo è per il momento, diciamo, è in realtà semplicemente utilizzare il pubblico come cavia per compiere qualche cosa che potrebbe essere molto auto-celebrativo e poco di più. Interagire con il pubblico è ben altro; è veramente avere un testo che stimola riflessioni, emozioni, all’interno della mente dei vostri spettatori.
La seconda risposta che si può dare è “la mia magia si rivolge ai miei amici”. Quindi questo tipo di mago ha bisogno di trovare materiale nuovo in continuazione, perché non cambiando mai il suo pubblico, essendo il suo pubblico formato dalla sua sfera di amici ha bisogno in continuazione di trovare nuovi effetti da proporre. Questo vuol dire muoversi all’interno del mondo della magia in orizzontale, cioè cercare un repertorio vastissimo, provare un gioco poche volte, utilizzarlo una decina, ventina di volte –il tempo di farlo ai proprio amici- poi metterlo nel dimenticatoio e passare a nuovi effetti. Il problema di fare questo è che ovviamente c’è uno studio poco approfondito di ogni singolo effetto. Si può studiare il dettaglio, la newance della performance in maniera veramente limitata facendo questo. Si è più proiettati ad un continuo cambiamento di quello che è il proprio repertorio.
Io preferisco muovermi in tutt’altra direzione, cioè muovermi in maniera verticale. Studiare degli effetti, proporli e riproporli finché non ho sfruttato, compreso, capito quali sono le vere potenzialità insite dentro ad ogni singolo effetto.
La terza risposta che si potrebbe dare alla comanda “a chi si rivolge la mia magia?” è ad un pubblico di maghi. In effetti ci sono tanti prestigiatori, anche cosiddetti professionisti, che si esibiscono il 90% delle volte davanti ad un pubblico di colleghi. Questo tipo di performance ha un linguaggio particolare, perché noi colleghi possiamo apprezzare un performer anche per tutta una serie di capacità tecniche che normalmente risulterebbero invisibili da parte di un pubblico composto da “babbani” come direbbe Walter Rolfo.
Infine, la risposta che sembra la più ovvia è quella che la nostra magia si rivolge ad un pubblico reale e normale, magari anche ad un pubblico pagante. In ogni caso è importante porsi questo tipo di domande, perché anche una risposta come “ad un pubblico” può essere sviluppata: quale tipo di pubblico pagante? Ehhm non so… i bambini, le famiglie, gli intellettuali, i manager di aziende, un pubblico nazionale, un pubblico internazionale, il pubblico delle crociere, per esempio, perché rispondere a questa domanda già ci può aiutare a definire quello che è il nostro repertorio. Se io mi voglio rivolgere ad un pubblico assolutamente internazionale automaticamente saprò che dovrò probabilmente utilizzare e cercare un repertorio di magia visiva, oppure dovrei veramente essere un drago e saper parlare 5 lingue. Quindi cominciate a segnarvi in un foglio di carta quelle che sono le risposte, le vostre risposte, ad una domanda che sembra apparentemente così banale come “ a chi si rivolge la vostra magia?”.
Ci vediamo la prossima settimana.