L'altra sera stavo ad una cena di laurea dove ho reincontrato molti compagni di classe del liceo che non vedevo da anni.
Verso la fine della serata, quando un pò di gente se ne era andata, mi sono detto che non c'era nulla di male a chiedere un mazzo in prestito e detto fatto ho iniziato ad eseguire alcuni effetti.
Visto che non potevo definirmi totalmente lucido e avevo il mazzo preso in prestito, ho evitato giochi tecnicamente difficili e ho eseguito solo cose piuttosto semplici o con l'uso di una complice nel pubblico (una mia amica appassionata di magia).
E' andato tutto bene (anche perchè se io non ero lucido al 100% gli altri erano quasi ubriachi

Però, alla fine uno di quelli che aveva mostrato di gradire maggiormente se ne uscito con la frase "ma come fa? lo conosco, so che non è un mago e quindi c'è il trucco"
Ora tralasciando che la frase fa sorridere(per la serie: "io lo so il trucco, in realtà non la taglia davvero"), penso che emerga un problema.
Ossia con la gente che ti conosce non c'è neanche un pizzico di aurea di mistero, per carità non è che io mi spacci per mago vero, alla Uri Geller, ma con gli sconosciuti credo di rimanere più un mistero.
Voglio dire, se fino a 5 secondi prima abbiamo giocato a calcetto insieme, abbiamo commentato sulla qualità di una certa tipa, magari ho rovesciato un caffè per terra, e poi all'improvviso inizio a parlare di esperimenti di psicologia, numerologia biblica e esibisco strani poteri c'è qualcosa che non torna.
In pratica il personaggio mago non corrisponde alla persona che chi ti sta vicino conosce.
Voi come risolvete? Indossate la parte del mago di continuo, o semplicemente non vi preoccupate di questa incongruenza?